Napoli: Chiesa di Santa Maria del Parto
IL DIAVOLO DI MERGELLINA
Molte erano le
belle cortigiane nella Napoli cinquecentesca. Ma, tra tutte risaltava Vittoria d’Avalos; la più bella, la più contesa e la più ricercata in tutti i
salotti grazie anche al suo fascino, strano miscuglio di grazia, femminilità e leggerezza. Biondoramata, un corpo perfetto ed una carnagione
chiarissima. Era anche spiritosa e civetta Donna Vittoria e gli uomini impazzivano per lei. Ma lei, come accade sempre, si innammorò dell’unico che
non poteva, proprio non poteva ricambiarla. Anch’egli biondo, bello come l’Arcangelo Michele, praticamente tutte le donne di corte erano innamorate
di lui. Ma nel cuore di Diomede Carafa, giovane colto e raffinato, rampollo di una delle più nobili famiglie napoletane, c’era posto per un altro
tipo di amore: l’amore divino. Diomede venne ordinato sacerdote, diventando ben presto vescovo, per la disperazione e la rassegnazione anche, di
quasi tutte le fanciulle di corte. Quasi tutte… Vittoria, la più disperata di tutte era ben lungi dal rassegnarsi. Così andò a trovare il neo
sacerdote e, in confessione, gli svelò il suo segreto d’amore…. Lei era innamorata perdutamente di lui. E lo disse in modo così appassionato e con
tale trasporto, inoltre era talmente bella e attraente che in Diomede scoppiò un vero e proprio duello: come resistere ad una tentazione tale? Come
sfuggire al Demonio, quando questo si presentava con le sembianze della più bella e seducente delle creature? Come far tacere la voce del sangue
per ascoltare solo quella dell’anima, tra l’altro, già votata a Dio? Ingaggiò questo duello, tra il Bene e il Male, ma un male che era, per la
verità, “grazziuso assai”. Donna Vittoria, per niente rassegnata tornava spesso alla carica con il bel sacerdote. Alla fine lui la spuntò. Riuscì a
vincere la tentazione di quel demone e come ringraziamento a Dio per averlo mantenuto incorrotto, ordinò ad un suo amico pittore, Leonardo da
Pistoia, un quadro che voleva essere un ex voto per l’enorme pericolo superato. Il quadro raffigura un San Michele, biondo, bellissimo –con le
sembianze di Diomede – che trafigge con la spada un dragone dal corpo sinuoso, simile ad una sirena. Il volto, ovviamente quello di Donna Vittoria.
Bellissimo. Questo dragone ha una corpo così morbido e flessuoso ed un volto così appassionato da impressionare l’osservatore molto più della
visione della stessa tela. Chi guarda è molto più colpito dal fascino malizioso del demone che dalla scena rappresentata dal dipinto. La malia di
Vittoria d’Avalos, e la sua demoniaca seduzione è stata immortalata in quel ritratto. Ancora oggi, i visitatori restano incantati dal fascino
strano che emana da quel volto. Vittoria venne a conoscenza di quel ritratto quando lo stesso vescovo glielo fece vedere. Ne fu talmente sconvolta
da scappare via all’istante. Da quel momento non si videro più. MERGELLINA. Di fonte al porticciolo turistico sorge una bella chiesetta, un poco
elevata sul livello della strada. Si accede tramite una scaletta ed il suo sagrato è un gran bel terrazzo che domina tutto l’approdo e da dove si
vedono partire a sera i pescatori. All’interno della chiesa è ancora oggi visibile uno strano ritratto. Raffigura la lotta del Bene contro le
tentazioni del Male. L’angelo sterminatore, San Michele, ha un volto incantevole. E’ un bellissimo ragazzo biondo. Il Diavolo ha qualcosa di
strano; non teme il suo uccisore, ma lo guarda con uno sguardo tale… quasi come se sapesse che in qualche modo lo domina, lo possiede. Ha
un’espressione ammaliante, intrigante, infinitamente seducente. Colpisce la mente, la fantasia. La gente del luogo ha preso a proteggere quel
ritratto. Ha dato a quella strana figura di sconfitto anche un nome. Potrebbe sembrare terribile, ma per loro è un nome rassicurante, domestico….
E’ il Diavolo di Mergellina.
Liberamente tratto da: C.B. Manacorda
“PARTENOPE MAGICA miti e leggende della Napoli antica” Editrice L’isola dei ragazzi.
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